Cara Veronica,
eccoti le mie scuse. All’inizio ho pensato di dar la colpa alla sinistra, dire che ti aveva plagiato: lo so, è banale, ma non hai idea di quante volte questo vecchio trucco mi abbia tirato fuori dai guai. Ma poi Gianni Letta (ricordi, quando nel giardino di Macherio gli tiravamo il frisbee e lo chiamavamo Letta-Letta?), mi ha consigliato di farmi aiutare da uno dei miei tirapiedi. Chessò, una poesiola di Bondi, una cassa di acqua minerale da Giuliano Ferrara, due sberloni da Belpietro.
Siamo insieme da una vita. Io e Bondi, intendo. Me lo tiro dietro perché quando c’è qualche bella figliola fa comodo avere insieme uno un po’ imbranato, uno che alle donne trasmette un senso di viscidume insopportabile. Vedono lui, poi vedono me, e al confronto io sembro Maurice Chevalier.
Nel tempo, ti ho fatto più corna di quante entrambi siamo in grado di contarne, anche negli anni affannosi in cui il Viagra e il Cialis ancora non esistevano. "Ma finirà – ti dicevo con un po’ di affanno – anche perché io non ce la faccio mica più". E invece… benedette pilloline blu. Le mie giornate sono pesanti, lo sai. Devo fingere di governare questo Paese, badare ai miei interessi, alle mie aziende e a quei beni che tengono anche te e i nostri figli grassi e al caldo. Come se non bastasse, sono letteralmente assediato da queste fichette ventenni. E come si fa?
La responsabilità continua verso gli altri e verso di sè, e anche verso una moglie che si ama nella comprensione e nell’incomprensione, verso tutti i figli, quelli legittimi e tutti gli altri censiti puntualmente da Crespi, tutto questo apre lo spazio alla piccola irresponsabilità di un carattere giocoso e autoironico e spesso irriverente. Ma tutta questa menata te l’aveva già scritta Ferrara la volta scorsa, ricorderai il geniale uso della parola "bagatella" che aveva completamente distolto l’attenzione dal resto. La verità è semplice, ed è che al sottoscritto piacciono le donne giovani e possibilmente con grandi tette, mentre tu, senza offesa, di certo non ringiovanisci. Io invece, curiosamente, divento sempre più sciarmant. Sei pure diventata musona, insopportabile e noiosa, mentre a me piace avere intorno gente allegra, sorridente e che soprattutto non mi rompa i coglioni.
Quindi vedi un po’ tu: se te ne vai, quella è la porta… anzi no, è quella… aspetta, in questa cazzo di villa non mi oriento neppure io che l’ho vinta a briscola a un conte in disgrazia. Comunque, come diceva quel tale, se vuoi andare vai, poi son cavoli tuoi vedertela con Ghedini e compagnia per discutere dei miei beni, delle aziende, e dell’eredità.
Un grosso bacio,
Papi