La crisi, di nuovo, scusate: pare che la crisi abbia spinto gli investitori alla ricerca di nuove forme di rendita, visto che le altre li hanno così violentemente lasciati a becco asciutto. E pare che molti fra loro si siano messi a comprare fumetti d’epoca.
Senza andare alle prime apparizioni di Superman o, per stare in Italia, ai primi numeri di Topolino, Tex o Diabolik, il primo numero autoprodotto di Rat-Man al momento è in vendita su eBay a 500 euro.
Forse, dopotutto, la mia vecchiaia non sarà malaccio.
(Se mai mi deciderò a vendere qualcosa. Se.)
Qualche tempo fa su sky è passato un documentario sui fumetti.
Si parlava di come il collezionismo sfrenato abbia rovinato il collezionismo stesso.
Hanno iniziato ad uscire numeri speciali, copertine speciali, declamando come, questi numeri speciali et esclusivi, un giorno varranno qualcosa.
Molta gente si è rovinata, acquistando numeri speciali a prezzi speciali, per poi, in realtà, scoprire che non valgono nulla.
Molto educativo, direi.
Guarda, nei primi anni Novanta si era scatenata una specie di follia al seguito di alcuni disegnatori superstar: si facevano variant cover, edizioni limitate, metallizzate, in 3D… non ricordo chi raccontava che alla fiera di San Diego Rob Liefeld girava con qualcosa come 200mila dollari in contanti nelle tasche, ottenuti in poche ore vendendo roba varia dal suo stand Image.
Non vorrei essere nei panni di chi ha fatto quegli acquisti.
Era stata una bolla, esattamente come quella del web di pochi anni fa e quella immobiliare e creditizia che c’è ora: l’investimento nei comics funziona come tutti gli altri, ci vuole un po’ di grano salis.