La situazione è quella che è: persone da aiutare, case da ricostruire, morti da piangere. Ma il terremoto significa anche animali da salvare, curare, e purtroppo a cui trovare una nuova casa: so che in questi casi la tentazione è quella di stabilire delle priorità, e di pensare prima alle persone, ma in realtà ci sono già volontari, in particolare dell’Enpa, che affrontano anche questa emergenza: si può fare tutto, e lo si può fare bene. Garantire il futuro di un cane o un gatto di qualcuno che nel terremoto è morto significa anche onorarne la memoria, o almeno è così che la vedrei io se questa disgrazia fosse capitata a me.
Questo articolo della Nazione fornisce i dettagli di nove cani immediatamente adottabili, mentre qui e qui c’è il resoconto del soccorso sin qui prestato dall’Enpa. Sono già state distribuite 27 tonnellate di cibo, e l’ente ha aperto una casella mail (terremotoabruzzo@enpa.org) a cui scrivere per chiedere informazioni su animali dispersi, mentre sul sito si trovano tutte le informazioni aggiornate e le istruzioni su come attivarsi e dare una mano, anzi una zampa.
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