12 APRILE 2009

Non si sono neppure travestiti da indiani

teaparty4Vizi che ci accomunano ai fratelli americani: gonfiare il numero dei partecipanti a una manifestazione. L’ultima trovata è il Tea Party, ovvero la rievocazione della dimostrazione in cui, nel 1773, un gruppo di coloni di Boston, guidati da John Hancock e travestiti da pellerossa, presero d’assalto le navi inglesi ancorate al porto e gettarono in mare le casse di the che trasportava.
All’epoca l’oggetto della protesta era la "taxation without representation” imposta da Re Giorgio, oggi si tratta di Repubblicani che non sono d’accordo con i bailout, i piani di salvataggio dell’economia della nuova amministrazione. Evidentemente il partito contrario all’incremento della spesa pubblica in questo momento di sfacelo dell’economia Usa non è così popolare tra gli americani (dove erano questi amanti del rigore quando Bush ha mandato a gambe all’aria il bilancio federale per far la guerra in Iraq?), e ci sono testimonianze di Tea Party a Washington, in Nebraska e altrove con circa una dozzina di partecipanti. E senza neppure le penne in testa.
Per seguire gli eventi, Fox News ha fornito una copertura che neanche per le Olimpiadi, anzi, si è addirittura messa a raccogliere fondi. La blogosfera ridacchia, i repubblicani rosicano proprio, poveracci.

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