18 MARZO 2009

“Oggi non giochiamo perché potremmo perdere”

La visione delle sedute parlamentari sui canali Sky o sulla Rai è istruttiva, benché apparantemente noiosa. E lo è non tanto quando si discutono i grandi temi, quando l’assemblea è plenaria e si rifanno vivi leader e capigruppo in genere latitanti. No, molto meglio le sedute insignificanti, quelle che vanno deserte, da cui soprattutto emergono due modelli di attività di esercizio della democrazia: il deputato di Roccapelata di Sotto che si lamenta perché il campanile di grande interesse storico necessita di una nuova lancetta dei secondi, e la maggioranza che interroga i propri stessi ministri e poi replica alla replica dicendo “risposta puntuale e precisa”.
“Bravo!”
“Grazie!”
Poco fa è finito su Rai 3 il Question time dalla Camera, e oggi c’erano le interrogazioni a risposta immediata, le mie preferite. A un annoiato ministro Bobo Maroni il Pd ha chiesto di ripensare la discussa e costosa decisione di non accorpare le prossime elezioni con il referendum, fissandolo in una data diversa e portando così gli elettori già smaronati tre volte al voto in tre settimane.
Risposta di Maroni, in sintesi: la validità di un referendum abrogativo dipende dal raggiungimento del quorum, ma nel giorno delle elezioni i cittadini in genere partecipano numerosi già di loro, quindi meglio fissare un’altra data, per essere ben sicuri che chi vota il referendum voglia veramente votare proprio quel referendum lì.
Hai visto mai che nel buio della gabina uno si fa prendere dal momento e vota quando invece non voleva mica, lui. Ennò bello, se davvero lo vuoi votare, il referendum, dimostralo venendo anche domenica prossima.

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